PIATTO IN MAIOLICA POLICROMA, FORNACE DI CASTELLI,
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PRIMA METÀ DEL XVIII SECOLO
decorato con una variante dell'episodio di Ercole e l'Idra con arma araldica coronata; poche usure e difetti, una serie di fori minori al verso
Numerale di inventario dipinto
Alt. cm 2, diam. cm 28,5
A CASTELLI ARMORIAL MAIOLICA DISH, FIRST HALF 18TH CENTURY; SLIGHTLY WORN, FEW DEFECTS, A SHORT LINE OF GLAZE MINOR HOLES AT THE VERSO
Per questa maiolica si veda in Fittipaldi nel 1992 (T. Fittipaldi, Museo di San Martino. Ceramiche: Castelli, Napoli e altre fabbriche, Napoli, 1992) ed ancora Arbace nel 1996 (L. Arbace, Museo della Ceramica duca di Martina. La Maiolica italiana, Napoli, 1996, pag 152). Nel 1998 sempre Arbace (L. Arbace, Nella bottega dei Gentili, catalogo della mostra, Teramo, 1998, pag 78-79) identificava il piatto oggi al museo di San Martino come parte di un servizio già nella collezione di Ferdinando Calabrò di Moliterno del quale si conoscono quarantuno piatti (ivi per la bibliografia precedente e le provenienze). Wilson (T. Wilson, The Golden Age of italian maiolica painting, Torino, 2018) identifica l'arma araldica con quella degli Anzani di Santamaria e ricostruisce i successivi passaggi collezionistici: in occasione del passaggio della nostra maiolica sul mercato inglese nel 1993, essa veniva associato a Carlo Antonio Grue, mentre Fittipaldi e Arbace ne riportano l'attribuzione al Carmine Gentili (1678-1763), una paternità che Wilson tende a condividere.
decorato con una variante dell'episodio di Ercole e l'Idra con arma araldica coronata; poche usure e difetti, una serie di fori minori al verso
Numerale di inventario dipinto
Alt. cm 2, diam. cm 28,5
A CASTELLI ARMORIAL MAIOLICA DISH, FIRST HALF 18TH CENTURY; SLIGHTLY WORN, FEW DEFECTS, A SHORT LINE OF GLAZE MINOR HOLES AT THE VERSO
Per questa maiolica si veda in Fittipaldi nel 1992 (T. Fittipaldi, Museo di San Martino. Ceramiche: Castelli, Napoli e altre fabbriche, Napoli, 1992) ed ancora Arbace nel 1996 (L. Arbace, Museo della Ceramica duca di Martina. La Maiolica italiana, Napoli, 1996, pag 152). Nel 1998 sempre Arbace (L. Arbace, Nella bottega dei Gentili, catalogo della mostra, Teramo, 1998, pag 78-79) identificava il piatto oggi al museo di San Martino come parte di un servizio già nella collezione di Ferdinando Calabrò di Moliterno del quale si conoscono quarantuno piatti (ivi per la bibliografia precedente e le provenienze). Wilson (T. Wilson, The Golden Age of italian maiolica painting, Torino, 2018) identifica l'arma araldica con quella degli Anzani di Santamaria e ricostruisce i successivi passaggi collezionistici: in occasione del passaggio della nostra maiolica sul mercato inglese nel 1993, essa veniva associato a Carlo Antonio Grue, mentre Fittipaldi e Arbace ne riportano l'attribuzione al Carmine Gentili (1678-1763), una paternità che Wilson tende a condividere.
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PIATTO IN MAIOLICA POLICROMA, FORNACE DI CASTELLI,
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